Insegnante: Paolo Maffi
Il corso, articolato in lezioni individuali a cadenza settimanale, si rivolge sia al neofita sia al semi-professionista desideroso d’approfondimento.
Finalità principali del corso sono l’acquisizione di una buona capacità di lettura e l’educazione dell’orecchio (ear training), considerati i due più importanti fattori di crescita.
Lettura, per attingere all’immenso patrimonio musicale dai tempi di Bach ai giorni nostri. Educazione dell’orecchio, direttamente con lo strumento, per capire quello che si sta suonando o ascoltando, per impadronirsene o, addirittura (perché no?), rifiutarlo con cognizione di causa.
L’uso di uno strumento così potente, e potenziabile, come l’orecchio umano, usato con la lettura e non al posto della lettura, crea dei presupposti assai interessanti e naturalmente ambiziosi. Una delle massime aspirazioni di chi si avvicina alla musica dovrebbe essere la creazione musicale, e nella musica d’oggi, nei diversi linguaggi attraverso cui essa si esprime, esiste una forma di creatività “profana” veramente agile e stimolante per l’esecutore: l’improvvisazione.
Questa particolare forma di “composizione istantanea” riveste un ruolo essenziale nell’economia globale dell’esecuzione e ha raggiunto nel novecento l’apice della perfezione, in particolare nella musica jazz, per l’estrema spontaneità d’espressione che permette e nel gran senso di libertà e felicità che trasmette.
Ecco l’importanza dell’educazione alla lettura e alla capacità di comprendere “in tempo reale” quanto succede all’intorno, sia in una prospettiva puramente musicale sia in una non meno essenziale prospettiva emozionale: con l’acquisizione della lettura, il musicista costruisce un forte legame con il passato e, con l’ear training e lo studio dell’armonia, getta le basi per partecipare concretamente al “miracolo” della musica improvvisata.
Il discorso vale, naturalmente, anche per chi non è particolarmente attratto dal jazz e dai linguaggi affini, perché tutta la musica è fatta di suoni, e questi, benché rappresentati graficamente sulla carta, sono nell’aria: la loro natura, incorporea eppur così forte, li rende quasi inafferrabili e, anche se si è seduti davanti ad uno spartito, è indispensabile tenere le orecchie bene aperte per partecipare davvero all’esecuzione.